Enogastronomia

La Città

La cucina biscegliese è in perfetto equilibrio tra terra e mare: orecchiette con le cime di rapa, minestra di fave e cicorie, zuppe di pesce con canocchie, pasta in genere condita con sughi a base di verdure oppure con frutti di mare, ragù di maiale o di carne di cavallo. Per iniziare un pasto in modo tipico non possono mancare sulla tavola taralli e olive, friselle condite con olio, pomodori freschi e origano; per quanto riguarda le prelibatezze marinare alici marinate, ricci, piccoli polpi e seppioline crude condite con limone e olio e cozze crude oppure cotte. Tipico del periodo natalizio sono il "calzone", una focaccia ripiena di sponsali, pomodoro, olive nere e anche baccalà fritto, e l'agnello con patate e carciofi; tipici del periodo pasquale sono invece i cardi con brodo di manzo. Nella cucina biscegliese non possono mancare le mozzarelle, le burrate e il caciocavallo; tipici dolci biscegliesi sono le "cartellate" (preparate nel periodo natalizio) e la "colva" preparata il giorno dei Morti (di origine araba, è grano bollito condito con abbondante vin cotto, mandorle tritate, pezzi di noce, pezzetti di cioccolato, chicci di melograno). Tra l'altro la città è ben nota per la coltura della ciliegia, uno dei prodotti più tipici della produzione locale e per la produzione di eccellente olio extra vergine di oliva.

Ma il più famoso dolce tipico di Bisceglie è il "sospiro". Pare che la ricetta si tramandi dal lontano XV secolo; le Clarisse producevano e sfornavano i cosiddetti "sospiretti delle monache" , realizzati con pan di spagna farcito con crema e il tutto ricoperto da una glassa di colore rosa. Una leggenda racconta che questi dolci furono preparati dalle Clarisse per le nozze traLucrezia Borgia e il conte di Conversano, ma la sposa non arrivò mai; nel frattempo gli ospiti sospiravano appunto per l'attesa e quindi questi dolci furono mangiati. Un'altra leggenda racconta che un giovane innamorato inventò i sospiri riproducendo i seni della sua amata. Una testimonianza certa arriva dall'eremita Aleandro Baldi il quale li descrive dicendo: "A Visceglia si confeciuma una zacchero assai gustoso e buono".

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